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Nella giornata di studio sul tema “Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e di vita, il ruolo e le interazioni fra fattori di rischio emergenti nelle matrici ambientali: il contributo della geologia medica” sono emerse ipotesi relative ai rischi da esposizione ambientale ed occupazionale a determinate sostanze naturali.

Essendo l’ambiente un sistema naturale in “equilibrio dinamico” ad opera di fattori che variano nel tempo la propria intensità, è importante una continua contaminazione dei saperi, supportata dalla ricerca e dallo sviluppo tecnologico. Per questa ragione, attraverso un confronto tra diverse discipline (Geologia, Biologia, Medicina, ecc.), si possono individuare i principali fattori che influenzano l’insorgenza e/o l’andamento dell’incidenza di patologie relative alle malattie dell’uomo.

Ad occuparsi di questo è la Geologia medica, disciplina scientifica emergente che studia le relazioni tra salute umana e vari aspetti della geologia.

L’uomo, secondo i resoconti dell’indagine, è condizionato da un’impronta geologica, dovuta all’interazione con il suolo, con il particolato atmosferico e con l’acqua stessa. Tale impronta potrebbe determinare la prevalenza di patologie ben conosciute in passato in varie zone d’Italia e del mondo.

I parametri presi in questione sono il contenuto elementale nelle varie matrici, la variazione temporale e spaziale degli elementi (mobilità, dispersione), pH, TOC, la radiazione solare e le radiazioni ionizzanti da elementi naturali.

Le patologie finora trattate vanno dalle autoimmuni alle patologie del derma, dai suicidi all’infertilità.

Le attività di ricerca, essendo tuttora in progress su diversi fronti, sono definibili generatrici di ipotesi e non di risultati definitivi. Tali studi, infatti, sono finalizzati al coinvolgimento di nuovi fattori da indirizzare ad ulteriori approfondimenti.