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I servizi ecosistemici sono i benefici che l’uomo trae gratuitamente dall’ecosistema in quanto substrato di ogni attività vitale. Il concetto di servizi ecosistemici nasce negli anni 70, ma è solo nel 2005 che l’argomento acquisisce una certa popolarità nella comunità scientifica, grazie alla pubblicazione del report Ecosystem and human well-being da parte del gruppo di lavoro Millennium Ecosystem Assessment (MEA).

È interessante notare come il concetto non riguardi strettamente funzioni bio-chimico-fisiche, ma anche aspetti emotivi che concorrono al benessere dell’uomo. Ed è così che il valore ecosistemico di una foresta non risiede solo nella fissazione di CO₂, con tutti i vantaggi che ne conseguono (produzione primaria, regolazione climatica, prevenzione dell’erosione, ecc.), ma anche, ad esempio, nella possibilità fruirne a scopo ricreativo.

Chiaramente ogni ecosistema può offrire diverse combinazioni di più funzioni, ed un cambiamento entro un ecosistema determina un cambiamento dell’equilibrio tra le diverse funzioni che questo può fornire. La mappatura dei servizi ecosistemici in termini di grandezza fisica o economica può essere utile in ambito scientifico per la valutazione dell’impatto ambientale delle attività antropiche. Tale tipo di valutazione non ha un valore assoluto, ma può dare un idea di cosa accadrebbe se un determinato paesaggio cambiasse, in termini di perdita o guadagno di funzioni ecosistemiche.

Per farla semplice…

Cosa accadrebbe, ad esempio, se un’area urbana si espandesse a discapito di una agricola?

Cosa invece se una foresta fosse soppiantata da pascoli?

E così via…

Le prospettive della ricerca nell’ambito dei servizi ecosistemici riguardano la definizione di solidi modelli a supporto del decisore politico nelle scelte in capo ambientale.